Buongiorno angeli miei!!
Ritorna il tanto amato gruppo di lettura degli Sniffa-inchiostro e porta con se un altra bella recensione di un libro molto interessante. Il libro che abbiamo letto per questo mese è Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood.
TRAMA: In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le "ancelle", sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioè "di Fred", il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Gilead, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perché alle donne non è più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di "prima"...
COSA NE PENSO: È un bellissimo romanzo distopico (per distopia s'intende la descrizione di una società immaginaria o comunità altamente indesiderabile o spaventosa..il termine, è stato coniato come contrario di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia nella quale alcune tendenze sociali, politiche e tecnologiche avvertite nel presente sono portate a estremi negativi.) che racconta l'esperienza traumatica di una donna che, in una società totalitaria, diventa, suo malgrado, un'ancella. Viene, cioè, affidata ad un comandante, alta personalità del governo, a soli scopi riproduttivi. Il romanzo è come una raccolta di memorie della protagonista, di cui però non è conosciuto il nome, anche se viene denominata da tutti Difred, ovvero "proprietà di Fred". Lei, come la maggior parte delle donne, non possiede più nulla, deve indossare solo una divisa con colori codificati in base al proprio ruolo sociale (le ancelle in rosso, le mogli in azzurro e così via), e non le è neanche permesso di leggere. Però, ha il ricordo della vita vecchia, quella in cui c'era libertà, dove aveva un lavoro, viveva con un uomo divorziato da cui ha avuto una figlia, la vita che tutti noi possiamo reputare 'normale'. Le rimane il ricordo, mentre cerca faticosamente di adattarsi a quella nuova vita, perché in fondo ci si abitua a tutto, anche ciò che all'inizio appare sbagliato, con il tempo inizierà a sembrare normale, tollerabile. Trovo che sia un romanzo affascinante, duro e a tratti anche parecchio angosciante, forse perché è realistico e plausibile. Penso, infine, che sia un romanzo scritto con grande maestria, ed è degno dei grandi capolavori come '1984' di George Orwell e 'Fahrenheit 451' di Ray Bradbury. Insomma, è assolutamente da leggere!
Un bacione e alla prossima,
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